"Piano Stralcio di Bacino delle fasce fluviali del Medio corso del Brenta: problemi e metodi" - Parolo-Ferraretto-Polo /2012

Temi e riflessioni da
Tesi di Laurea "Piano Stralcio di Bacino delle fasce fluviali del Medio corso del Brenta: problemi e metodi" - Facoltà di Pianificazione del Territorio - IUAV  di Alexandro Parolo; Gianluca Ferraretto; Marco Polo - Relatori Relatori: Prof. Domenico Patassini; Prof. Antonio Rusconi- Correlatore : Dott. Stefano Picchio


 

In tempi recenti, a seguito dei processi di occupazione intensiva del territorio di pianura, si è determinata la necessità di una difesa attiva degli insediamenti e delle attività economiche dal pericolo di alluvioni. Il fiume è costretto e sempre più irrigidito all'interno dello spazio definito dagli argini creando discontinuità non solo fisiche ma anche culturali con il territorio circostante.
Questo processo ha prodotto nel tempo una certa differenza pianificatoria nella regione fluviale del Brenta, creando le premesse per una sua marginalizzazione.
 L’obiettivo che si pone la seguente tesi di laurea è studiare problemi e metodi per la definizione delle Fasce di pertinenza Fluviale (FpF), con una specifica applicazione ad un’area campione, del fiume Brenta. L’applicazione finalizzata alla costruzione di un Piano delle Fasce per una loro efficace gestione. La pertinenza fluviale può essere definita come dominio naturale condizionato da un corso d’acqua. In altre parole, la FpF definisce quella porzione di territorio che è da considerarsi “fiume” in senso lato.
Per raggiungere tale scopo si considerano due aspetti innovativi. Il primo è l’utilizzo di tre approcci, secondo i più recenti sviluppi nazionali e internazionali in materia, per interpretare in modo esaustivo e completo l’intero sistema fluviale. Questo comprende le fasce perifluviali e le aree di territorio circostante che con esso interagiscono da un punto di vista non solo idraulico ma anche geomorfologico ed ecologico/ambientale. La delimitazione e l’individuazione della fascia di pertinenza fluviale è storicamente avvenuta con l’obiettivo di garantire il libero deflusso delle acque per minimizzare il rischio rappresentato dalle piene fluviali di maggior intensità. Da qui la costruzione di opere idrauliche di difesa, quali gli argini, muri, serbatoi capaci di contenere il deflusso in una sezione fluviale adeguatamente dimensionata. Ciò ha spesso comportato discutibili artificializzazioni dei corsi d’acqua. Per la delimitazione della regione fluviale, negli anni ‘90 è stato introdotto. un approccio geomorfologico (evoluzione plano/altimetrica del corso d’acqua) e solo recentemente si è tenuto conto degli aspetti ecologici ed ambientali.
La FpF tende così ad assumere un ruolo fondamentale sia per quanto riguarda la difesa idraulica del territorio (attenuazione delle piene) che per la gestione e la salvaguardia delle risorse naturali (ricarica degli acquiferi, processi geomorfologici, biodiversità dell’ambiente ripariale, corridoio ecologico, processi di autodepurazione).
Il secondo elemento innovativo è la messa a punto di una metodologia di analisi spaziale di tipo multicriteriale mediante i più moderni ed efficienti strumenti capaci di trattare le diverse problematiche relative alle informazioni geografiche.
Un’accurata perimetrazione delle FpF è la base essenziale per una proposta di Piano ed integrato. Per Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (PSFpF) s’intende un programma di misure non strutturali, atte a perseguire obiettivi di difesa del rischio idraulico, di mantenimento e recupero dell’ambiente fluviale, di conservazione dei valori paesaggistici e culturali all’interno dell’ambito fluviale. In ultima istanza il PSFpF ha lo scopo di gestire l’uso degli “ambiti fluviali” per garantirne una buona officiosità idraulica, geomorfologica ed ecologica del corso d’acqua.
È importante sottolineare che il presente lavoro presenta alcuni elementi di originalità perché, come emerso durante il percorso di tesi, il Piano Stralcio delle Fasce di pertinenza Fluviale risulta essere una rarità a livello nazionale. Se si esclude il Piano delle Fasce del fiume Po, in Italia, sono in corso solo studi preliminari da parte di varie Autorità di Bacino. Questi enti hanno redatto un Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) che, a differenza del PSFpF, effettua una zonizzazione basandosi su un approccio esclusivamente idraulico. In questo caso, l’obiettivo prioritario è la riduzione del rischio idrogeologico entro valori compatibili con gli usi del suolo, in modo da salvaguardare l’incolumità delle persone e ridurre al minimo i danni ai beni esposti.
E’ bene ricordare che, a livello governativo, sono ancora carenti le linee guida per la redazione del Piano delle Fasce Fluviali.
Il Piano Stralcio delle Fasce di Pertinenza Fluviale (che necessità della VAS) confluisce nel Piano di Bacino ed è uno strumento settoriale che consente un intervento più efficace e tempestivo in relazione alle maggiori criticità ed urgenze. Il Piano di Bacino è uno strumento di programmazione che contempla la pianificazione di tutti gli aspetti del corso d’acqua, e questo è possibile solo a scala dell’intero bacino idrografico.

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Dott.Urb. Alexandro Parolo

Dott. Urb. Gianluca Ferraretto

Dott. Urb. Marco Polo