"Il consumo del suolo un articolo scientifico fa il punto sulla situazione in Emilia-Romagna - ARPAT ediz. on-line 2014

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"Il consumo del suolo: un articolo scientifico fa il punto sulla situazione in Emilia Romagna" - Notizie brevi dal Portale on-line di ARPAT Agenzia regionale per la Protezione Ambientale  01/04/2014 

Non solo le alluvioni, oltre 2 miliardi di euro il costo per la collettività dovuto alla perdita di suolo agricolo nella pianura emiliano-romagnola in 6 anni (2003-2008)

Nel nostro emisfero il suolo è minacciato da un vorace consumo da parte di nuovi edifici e infrastrutture. Le funzioni che il suolo svolge sono molteplici, oltre a fornire il cibo è un importante filtro dell’acqua, è il più grande serbatoio terrestre di anidride carbonica, ed è custode delle testimonianze storiche e archeologiche.
Fornisce molte materie prime a noi indispensabili come sabbia, ghiaia e argilla; paradossalmente, queste materie prime, la cui sottrazione comporta una perdita di suolo, sono usate nella costruzione di edifici e infrastrutture e contribuiscono ad aumentarne l’impermeabilizzazione.
La maggior parte delle funzioni del suolo coesiste nello stesso tempo, altre invece ne escludono la maggior parte. Mentre le piante crescono, la sostanza organica è inglobata nel terreno svolgendo la funzione di stoccaggio della CO2, la presenza di sostanza organica favorisce la biodiversità e la funzione filtro del suolo stesso aumenta con esse, mentre gli eventuali resti archeologici sepolti nel suolo reterebbero indisturbati all’interno.
La funzione supporto delle infrastrutture inibisce la quasi totalità delle altre funzioni, un suolo impermeabilizzato non permette all’acqua di infiltrarsi, compromette la sua funzione serbatoio, e la vita delle piante e dei microrganismi.
In un lavoro di recente pubblicazione sulla rivista internazionale Land Use Policy [1] viene messo in evidenza come nel periodo compreso tra il 2003 ed il 2008 nella sola pianura emiliano-romagnola sono stati persi oltre 157 km2 di superfice agricola alla velocità di circa 50 m2 al minuto. Con un conseguente costo per la collettività stimato nell’ordine dei 2,4 miliardi di euro.
La trasformazione d’uso da terreno agricolo ad urbanizzato, ha comportato in questo quinquennio numerose ed importanti ricadute sul bilancio delle funzioni svolte dal suolo. Per comprendere la conseguenza di queste trasformazioni d’uso sono stati raccolti i dati relativi alle produzioni agricole, alle estrazioni di materiali inerti (sabbia, limo e argilla) ed al carbonio (CO2) stoccato nei suoli e nelle infrastrutture poste in opera nella pianura regionale. Sono state inoltre considerati anche gli impatti dell’impermeabilizzazione sul tempo con cui le acque defluiscono nella rete di scolo e come sia aumentato l’effetto “isola di calore urbana”.
Tutti i costi per la collettività sono sottostimati perché non tengono conto di fattori come l’impatto delle alluvioni prodotte dal mancato adeguamento della rete di deflusso delle acque, come è recentemente accaduto nella provincia modenese. I costi che la collettività deve sostenere non tengono neppure conto degli impatti su altre funzioni del suolo, ad esempio la perdita di biodiversità o la capacità di stoccare acqua e di filtrare gli inquinanti.
Aldilà delle approssimazioni delle stime, sono molte le funzioni del suolo che in larga parte non passano attraverso il mercato, perché non siamo abituati ad attribuire loro alcun valore monetario.
Esempi di queste proprietà intangibili sono la salute dei cittadini, funzione culturale, didattica ambientale o spirituale. E la stessa fruibilità dei suoli che consente “l’economia dell’itineranza” generata dalla ricettività e dal turismo.