Venezia, 3 gennaio 2021. Nel corso dell’anno appena terminato, l’ASSURB si è trovato a dover affrontare soprattutto due questioni centrali per la professione di urbanista / pianificatore territoriale: la proposta di parte del CNAPPC di abolire la nostra professione e il DdL d’iniziativa governativa sulle lauree abilitanti che in linea di massima va nella direzione di una valorizzazione della nostra professione. Entrambi gli argomenti sono stati trattati in profondità nel corso del nostro convegno del 19 dicembre 2020 e ripresi anche nell’intervista al presidente Hedorfer di pochi giorni fa.  Il 2020, nonostante le oggettive difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria, è stato però anche un anno di soddisfazioni, a cominciare dall’evento finale — purtroppo tutto online — del Premio ASSURB 2019 che si è celebrato il 21 marzo e della successiva partecipazione di due dei nostri premiati allo Young Planners Workshop 2020 organizzato dal Consiglio europeo degli urbanisti (ECTP-CEU), di cui l’ASSURB è membro fondatore. Rimanendo sul piano europeo, è doverso ricordare anche il Manifesto Re-Start Europe, che ha visto la luce a ottobre, dopo un lavoro di redazione collettiva continentale, rigorosamente online, durato pochi mesi.  Per l’ASSURB è stato anche l’anno di un rinnovamento del gruppo dirigente: in termini di componenti del CNU (Consiglio nazionale degli urbanisti) c’è stato un 20% di new entry, abbassando peraltro anche la sua età media, con un ricambio di presidente, vicepresidenti e segretario generale.  Ma per il 2021 resta ancora molto da fare. Alcune azioni, previste per l’anno scorso, non sono ancora andate in porto. Tra queste: un più vasto coinvolgimento dei soci nelle attività dell’associazione; la regionalizzazione dell’organizzazione, con la creazione di CRU (Consigli regionali degli urbanisti) e relative strutture territoriali; l’ampliamento del numero di iscritti; alcune modifiche statutarie e regolamentari, come per esempio per un maggiore coinvolgimento dei sostenitori. La nostra associazione è ancora troppo venetocentrica, soprattutto per quanto riguarda il gruppo dirigente.  Questi obiettivi devono rimanere per l’anno appena iniziato. Abbiamo bisogno di più colleghi e colleghe che ci diano una mano nell’affrontare concretamente e quotidianamente l’azione di difesa della nostra professione — sì, purtroppo ce n’è ancora bisogno! — e di promozione di una cultura della pianificazione che nel nostro paese fatica ad affermarsi, nonostante i 50 anni dall’istituzione del primo corso di laurea in urbanistica. Ne abbiamo avuto una dimostrazione molto cruenta anche in occasione della pandemia, sulla quale si è poi innescata, come un’immensa beffa, l’incredibile proposta del CNAPPC di cui sopra.  E — va detto senza giri di parola — per riuscire a rendere la nostra azione più incisiva nel mondo della professione e nella società tutta, oltre alle persone attive servono anche le risorse economiche. Per questo, l’appello che rivolgiamo ai vecchi soci e sostenitori è quello di rinnovare l’iscrizione con il versamento della propria quota annuale (25 o 50 euro per le persone fisiche, 100 euro per le organizzazioni) e, per chi si avvicina all’ASSURB, di non esitare a iscriversi a tutti gli effetti, sempre versano la propria quota annuale.  Grazie per l’attenzione e — dopo aver visitato la nostra pagina dell’iscrizione 2021 — un tempestivo e caloroso benvenuto/a in ASSURB!

Tesseramento ASSURB 2021

Venezia, 3 gennaio 2021. Nel corso dell’anno appena terminato, l’ASSURB si è trovato a dover affrontare soprattutto due questioni centrali per la professione di urbanista / pianificatore territoriale: la proposta di parte del CNAPPC di abolire la nostra professione e il DdL d’iniziativa governativa sulle lauree abilitanti che in linea di massima va nella direzione di una valorizzazione della nostra professione. Entrambi gli argomenti sono stati trattati in profondità nel corso del nostro convegno del 19 dicembre 2020 e ripresi anche nell’intervista al presidente Hedorfer di pochi giorni fa.

Il 2020, nonostante le oggettive difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria, è stato però anche un anno di soddisfazioni, a cominciare dall’evento finale — purtroppo tutto online — del Premio ASSURB 2019 che si è celebrato il 21 marzo e della successiva partecipazione di due dei nostri premiati allo Young Planners Workshop 2020 organizzato dal Consiglio europeo degli urbanisti (ECTP-CEU), di cui l’ASSURB è membro fondatore. Rimanendo sul piano europeo, è doverso ricordare anche il Manifesto Re-Start Europe, che ha visto la luce a ottobre, dopo un lavoro di redazione collettiva continentale, rigorosamente online, durato pochi mesi.

Per l’ASSURB è stato anche l’anno di un rinnovamento del gruppo dirigente: in termini di componenti del CNU (Consiglio nazionale degli urbanisti) c’è stato un 20% di new entry, abbassando peraltro anche la sua età media, con un ricambio di presidente, vicepresidenti e segretario generale.

Ma per il 2021 resta ancora molto da fare. Alcune azioni, previste per l’anno scorso, non sono ancora andate in porto. Tra queste: un più vasto coinvolgimento dei soci nelle attività dell’associazione; la regionalizzazione dell’organizzazione, con la creazione di CRU (Consigli regionali degli urbanisti) e relative strutture territoriali; l’ampliamento del numero di iscritti; alcune modifiche statutarie e regolamentari, come per esempio per un maggiore coinvolgimento dei sostenitori. La nostra associazione è ancora troppo venetocentrica, soprattutto per quanto riguarda il gruppo dirigente.

Questi obiettivi devono rimanere per l’anno appena iniziato. Abbiamo bisogno di più colleghi e colleghe che ci diano una mano nell’affrontare concretamente e quotidianamente l’azione di difesa della nostra professione — sì, purtroppo ce n’è ancora bisogno! — e di promozione di una cultura della pianificazione che nel nostro paese fatica ad affermarsi, nonostante i 50 anni dall’istituzione del primo corso di laurea in urbanistica. Ne abbiamo avuto una dimostrazione molto cruenta anche in occasione della pandemia, sulla quale si è poi innescata, come un’immensa beffa, l’incredibile proposta del CNAPPC di cui sopra.

E — va detto senza giri di parola — per riuscire a rendere la nostra azione più incisiva nel mondo della professione e nella società tutta, oltre alle persone attive servono anche le risorse economiche. Per questo, l’appello che rivolgiamo ai vecchi soci e sostenitori è quello di rinnovare l’iscrizione con il versamento della propria quota annuale (25 o 50 euro per le persone fisiche, 100 euro per le organizzazioni) e, per chi si avvicina all’ASSURB, di non esitare a iscriversi a tutti gli effetti, sempre versano la propria quota annuale.

Grazie per l’attenzione e — dopo aver visitato la nostra pagina dell’iscrizione 2021 — un tempestivo e caloroso benvenuto/a in ASSURB!