L'importanza della Pianificazione - Massimo Gronich /2011

E' di questi giorni la notizia della riduzione di una molteplicità di corsi di laurea motivata da necessità di bilancio, ovvero, in termini poco nobili, dalla necessità dello Stato di valutare la cultura meramente su parametri economici.
Nella Patria dell'Umanesimo la misura dei valori su scala di bilancio “di cassa”, quantitativa anziché qualitativa, dovrebbe rappresentare qualcosa di simile ad una perversione, invece … non scaturisce dibattito né preoccupazione, nulla.
Anche la luce riflessa nella cultura da molti corsi di laurea di Pianificazione Territoriale, in prestigiosi Atenei, si farà più flebile.
 Allora si impone una riflessione:
Se è tutto sacrificabile alle apparentemente contingenti istanze di bilancio, dovremmo ritenere vero che ogni fattore che all'apparenza costituisce costo possa essere eliminato, e ogni elemento naturale disponibile potrà essere parimenti considerato illimitatamente sfruttabile e comprimibile, senza nocumento alcuno per la società, anzi con vantaggio collettivo.
Ma quanto appena detto è chiaramente errato, e tale impostazione viziata non può divenire assioma, perchè smentita dalla Pianificazione Territoriale ed Ambientale.
La Scienza di Pianificazione Territoriale ed Ambientale che vorremmo sempre più insegnata nelle Università e praticata nella Professione è un patrimonio che comporta un silenzioso ma non per questo inefficace risparmio, vantaggio economico e sociale oltrechè miglioramento della qualità della vita di tutti.
Nessuna società civile può vivere al meglio in modo organizzato a prescindere dall'Urbanistica e dal pregio che i Pianificatori, che ne sono autorevoli interpreti, conferiscono alla stessa anche in termini di razionalità e di analisi dei rapporti di profitto / perdita, con una corretta gestione e trasformazione del territorio.
Le città hanno bisogno di pianificazione d'area vasta per collegarsi al proprio entroterra, i piani dei parchi e delle aree protette enfatizzano una rispettosa proposta sociologico-economica e suggeriscono nuove opportunità di lavoro.
La VAS è elemento di valutazione preventiva per il miglioramento del rapporto piano-progettuale, ed è stata introdotta da una Direttiva Europea.
Senza esperti Pianificatori si esce dall'Europa, che emana direttive ambientali, per il recepimento delle quali l'Italia è in costante ritardo, anche stante la pessima abitudine di non coinvolgere obbligatoriamente i Pianificatori negli aspetti applicativi.
Il territorio oggetto di pianificazione è da intendersi nella sua globalità, e nessuna figura Professionale può conferire miglior cognizione amministrativa ed urbanistica d'insieme rispetto a quella del Pianificatore / Urbanista.
Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti:
  • l'inapplicata pianificazione del traffico urbano comporta deficit economico ed ambientale dovuto allo spreco dei carburanti, all'inquinamento e allo stress, l'ignorata pianificazione del verde e delle pavimentazioni stradali fotocatalitiche causa deficit anche di salubrità e problematiche sanitarie con evidenti ricadute nell'economia.
  • l'errata pianificazione delle infrastrutture sportive e ricreative comporta onerose e false necessità di mobilitàcon annessi costi, per cui si può dire con certezza che la riduzione dei corsi di Pianificazione danneggerà ulteriormente l'interazione tra opera e paesaggio. 
  • le errate pianificazioni del commercio causano default di iniziative, e così via.
La riqualificazione del territorio e dell'edificato non deve passare attraverso ulteriore sacrificio di suolo, ma attraverso Società di Trasformazione Urbana, che devono essere condotte da Pianificatori / Urbanisti e da nessun altro; tramite tali strumenti si potranno finalmente sostituire ampie fasce di periferie degradate, laddove in spregio alla socialità e all'economia gli attuali residenti dovranno altrimenti accollarsi, tra qualche anno, gli enormi costi e le modalità di ristrutturazioni ed imprevisti interventi di interi edifici e quartieri che si troveranno ad essere decrepiti.
Ci si dovrebbe aspettare, quindi, contrariamente alla sottovalutazione dei corsi di Pianificazione, che il ricorso alla figura professionale del Pianificatore / Urbanista non venga disatteso, ma anzi incentivato con doverosi spazi nelle Università e nel mondo del lavoro.
Lo Stato farebbe un ottimo investimento nel proporre alle Università nuovi corsi di Laurea in Pianificazione, in quanto gli Urbanisti / Pianificatori sono troppo pochi e agli stessi non sono riconosciute le doverose ed indispensabili competenze che prima o dopo dovranno essere conferite in via esclusiva.
La realizzazione di contenitori (edifici residenziali, industriali od altro) all'interno di contenuti insoddisfacenti ed inadeguati comportano e comporteranno tensioni e problematiche sociali dalle costosissime possibilità di risoluzione.
Solamente i Professionisti esperti di Urbanistica, di Diritto Privato, Pubblico ed Urbanistico, aventi sensibilità nell'Economia e nelle Scienze Sociali come i Pianificatori sono in grado di correlare con giustezza i fattori biologici con quelli culturali ed ambientali, ma per risparmiare sulla creazione di future classi professionali in tal senso si sprecheranno miliardi di Euro per i disservizi, gli sprechi e dissesti che conseguiranno all'involuzione della sensibilità e della cultura urbanistica derivante dall'angusto spazio offerto alla Pianificazione anche nell'Università.
E' quindi lecito ed auspicabile attendersi, dalla classe politica, nell'interesse comune del nostro Paese e delle future generazioni, fattive proposte per la tutela dei corsi di laurea in Pianificazione Urbanistica e l'implementazione delle competenze Professionali in analogia alle altre categorie tecniche, anche in via esclusiva o comunque superiore, con obbligo di ricorso al parere del Pianificatore / Urbanista in qualsivoglia attività modificativa dell'ambiente e del territorio che possa dare luogo a titolo abilitativo.