ISPRA - Manuali e Linee Guida "Verde Pensile: prestazioni di sistema e valore ecologico" / 2013

 ISPRA logo 01      PUBBL MANUALI ISPRA Manuale Guida Verde pensile prestazioni di sistema e valore ecologico pubblico COVER 2013  

Pubblicato da ISPRA nella collana Manuali e Linee Guida 78.3/2012 - Autori: Sergio Andri e Giuliano Sauli di AIPIN ( Associazione Italiana Per l'Ingegneria Naturalistica)


1. DEFINIZIONE DI “VERDE PENSILE”
Si parla di verde pensile qualora si voglia realizzare un impianto vegetale su uno strato di supporto strutturale impermeabile, come ad esempio solette di calcestruzzo, solai, coperture in legno, coperture metalliche e in
tutti quei casi in cui non vi sia continuità ecologica tra il verde ed il sottosuolo fino alla roccia madre. Il verde verticale potrebbe essere considerato un ramo del verde pensile. Tuttavia, le tecniche utilizzate per coperture piane o inclinate e quelle per ricoprire pareti verticali, si sono progressivamente separate e distinte a tal punto sotto il profilo delle tecniche realizzative, delle finalità e delle prestazioni, che attualmente possono essere considerate due applicazioni completamente distinte. Nella presente linea guida si prenderanno in considerazione solo le tecniche riferite a coperture piane o inclinate.
Le coperture a verde si differenziano da tutte le altre tipologie di copertura perché il materiale di “finitura” a vista, anziché essere costituito da materiali inerti, è costituito da organismi viventi, rappresentati da individui  di diverse specie vegetali. Va precisato che in relazione agli interventi di verde pensile viene utilizzato comunemente il termine
biodiversità. Si intende, in generale, il valore ambientale che un certo intervento può acquisire dal punto di vista naturalistico; in tal senso si può parlare anche di valore ambientale o ecologico. Requisiti fondamentali per incrementare il valore ambientale di un intervento edilizio, sono la conoscenza degli aspetti ecologici e il rispetto della coerenza floristica delle specie vegetali da utilizzare. Seguendo tali criteri, queste opere possono determinare aumento non solo del valore percettivo, ma anche del valore ecologico e ambientale dell’area edificata. Infatti, se correttamente progettati e realizzati, sono in grado di attivare processi “a favore della biodiversità”, dando spazio a molte specie animali e vegetali spontanee anche in contesti costruiti e dunque ambientalmente impoveriti.
Caratteristica delle coperture a verde, quindi, è quella di mantenere tutto il contenuto tecnologico e costruttivo tipico di una copertura tradizionale riproducendo, in più, le prestazioni tipiche di un suolo naturale ricoperto di vegetazione, in misura completa o in parte limitata. Può essere quindi considerato uno strumento di compensazione e mitigazione degli impatti generati dall’inserimento di nuove opere nel territorio, adeguato ad innescare la formazione di ecosistemi prossimo-naturali in aree densamente edificate.
Seguendo la definizione sopra indicata, qualsiasi riporto di terreno con vegetazione su superficie impermeabile si può considerare verde pensile. Tuttavia la necessità di ottenere un risultato soddisfacente e  la più attuale esigenza di attribuire al verde pensile precise funzioni tecniche e di mitigazione ambientale, oltre che di massimizzare i benefici economici e costruttivi, hanno spinto la comunità scientifica e l’industria a ideare sistemi moderni costituiti da elementi tecnologici abbinati a substrati tecnogenici.
Oggi si parla di veri e propri sistemi con caratteristiche tecniche ben definite, sviluppati al fine di consentire al progettista di utilizzare il verde pensile non solo come elemento di arredo, ma come elemento funzionale alle specifiche esigenze progettuali. Questi sistemi fanno riferimento alla norma UNI 11235:2007 “istruzioni per la progettazione, l'esecuzione e la manutenzione di coperture a verde”.
La linea guida fa parte di una serie prodotta da ISPRA in collaborazione e con il supporto tecnico del Coordinamento delle Associazioni Tecnico-Scientifiche Ambiente e Paesaggio (CATAP)”.